Monte Pozzoni

L'eleganza di una montagna, sul confine tra Umbria e Lazio, autentica cerniera tra i Sibillini ed il Terminillo

Proveniendo dalla Salaria il suo profilo è di una eleganza unica, la valle bellissima di San Rufo, da dove ha orgine il fiume Velino, gli si incunea fin quasi sotto le pendici della cima, ai suoi piedi Cittareale, paese che ha dato le origini all'imperatote Tito Flavio Vespasiano. Tanti motivi per andarla a conoscere.

Quella che per la Valle di San Rufo conduce al Monte Pozzoni è una facile passeggiata che porta ad attraversare un concentrato ambienti montani: vallate e picchi rocciosi, fitti boschi e verdi praterie in quota ed un esile ruscello che più a valle diviene un fiume ricco di storia; ad inizio estate poi vi si trovano fioriture di ogni specie e colore che allietano la vista … insomma una bella sintesi dei monti nostrani racchiusa in una mezza giornata di tranquillo cammino. L’accesso alla Valle San Rufo è diretto dalla SP17 “Umbra” poco oltre l’abitato di Cittareale; in corrispondenza del piccolo ponte sul neo-nato fiume Velino si lascia l’auto e ci si avvia lungo una sterrata al cui inizio sono dei cartelli ed è subito visibile il lontananza la sagoma del Pozzoni e delle altre alture circostanti. Da ampia che è all’inizio, la valle si va man mano restringendo tra i contrafforti da un lato del Monte Prato e dall’altro dalle formazioni rocciose denominate Peschi dell’Aquila, una delle quali di una caratteristica forma di aguzza e verticale piramide; dopo aver superato un ponticello sul corso d’acqua si continua a salire addentrandosi in un bosco fitto che toglie la visuale sulle pareti circostanti sino a quando se ne esce proprio al cospetto del vasto anfiteatro su cui campeggiano le rocce sommitali del Monte Pozzoni. Il colpo d’occhio appena fuori dalla macchia è notevole, dopo aver camminato nel chiuso della faggeta di fondo valle l’ambiente improvvisamente si dilata e la vista spazia su un paesaggio di alta montagna: di fronte ancora distante la cima del Pozzoni, a sinistra sopra la nostra testa è la cuspide del Pesco dell’Aquila e sul lato opposto una striscia di bosco copre la forra che cela le sorgenti del fiume Velino. Inizia così, fuori dal bosco ed immersi in verdissimi prati, un bel girovagare che ciascuno può decidere a proprio piacimento per l’avvicinamento alla cima, motivo originario dell’escursione che via via si è arricchita di molti altri elementi di interesse ben oltre il raggiungimento della quota più elevata.